I Luoghi





la Chiesa e Eremo di San Pellegrino


Situato in alta montagna, si presenta maestoso ed imponente, accanto all'eremo, la chiesa settecentesca con portale barocco sormontato da un medaglione scultoreo raffigurante la gloria del Santo Pellegrino. Dentro la chiesa troviamo un altare in marmo e  due statue del Santo in legno. Sotto il pavimento di maiolica si trova una piccola cripta.

Attraverso una porta laterale si accede alle due grotte, la prima ospita un piccolo altare dove si pensa pregasse e dormisse il Santo, la seconda più piccola della prima, presenta affreschi del ‘700 purtroppo non restaurati.

San Pellegrino, patrono del paese, viene festeggiato ogni anno il 18 agosto.



Monte delle Nicchie
 


Altra interessante testimonianza del periodo Sicano. Nella montagna sono scavate l’una accanto al’altra circa 33 groticelle funebri, disposte in modo irregolare.








Chiesa della Pietà
 

E’ una deliziosa piccolissima chiesetta edificata su un complesso di grotte. al ’interno  troviamo la Pietà dentro una nicchia scavata nella roccia, incastonata fra le rocce del Kratas in una splendida posizione panoramica, nella parte alta del centro urbano di Caltabellotta e ai margini di un’importantissima zona archeologica ancora tutta da studiare.
Si tratta di uno dei più antichi luoghi di culto cristiano presenti in questo territorio. Vi si accede attraverso gradini intagliati nella roccia. Nella rupe sottostante si aprono una serie di antichi vani di grande interesse archeologico ed è facilmente intuibile che tanto essi che la chiesa dovessero far parte di un “unicum”, verosimilmente bizantino, probabilmente monastico con religiosi quasi certamente Basiliani.

La chiesetta è formata da due parti ben distinte: ovviamente la più antica è la rupestre mentre la parte esterna, la moderna, è contraddistinta dalla classica forma a capanna con il piccolo campanile seicentesco, molto semplice e ingentilito dalla vela campanaria dal disegno elegante.
Nel corso dei secoli la chiesa ha subito diverse manomissioni; fino alla metà del XIX secolo era arricchita da una porta in stile gotico e dotata di un vestibolo. Attualmente l'ingresso è caratterizzato da una porta, con architrave arcuato in conci di pietra squadrata, sormontata da una finestra di forma ottagonale.

La zona presbiteriale, aggiunta in età moderna, è separata dall'unica aula a forma di ventaglio (tipico dei Basiliani) mediante archi finti sorretti da due colonne monolitiche in pietra. Nella parte centrale un moderno altare in pietra, opera dello scultore Salvatore Rizzuti, inserito a seguito dell’ultimo restauro (1998), si appoggia alla parete di fondo dove è scavata una nicchia con statua della Pietà di incerta fattura.
Sulla destra vi è la traccia di un affresco molto deteriorato che raffigura l'effigie di San Cono con accanto un incavo quadrato probabilmente utilizzato per la conservazione di arredi sacri; a sinistra si legge nella roccia il segno di un altare molto arcaico adorno di piccole conche.
Sia la presenza di San Cono sia la parte scavata nella roccia riportano tutto il complesso al periodo paleocristiano e probabilmente bizantino.





Monte Castello e la Regina Sibilla

Il Castello fu edificato dai normanni intorno al 1090. Qui si rifugiò l'ultima regina normanna, la vedova del Re Tancredi, Sibilla, con le tre figlie e il figlioletto Guglielmo III, già incoronato re dopo la morte del padre.
Enrico Svevo VI, Imperatore e marito di Costanza d'Hautville, unica figlia di Re Ruggiero e madre del famoso Federico II, ebbe avanzato delle pretese sul trono del Regno di Sicilia in nome della moglie e inseguì Sibilla fino a Caltabellotta.

Rendendosi conto dell'inespugnabilità della fortezza promise, con un atto di astuzia, libero ritorno a Palermo.
Sibilla gli credette e ritornò nella capitale dove fu resa prigioniera e deportata, assieme alle figlie, in un'abbazia in Alsazia. Il piccolo Re Guglielmo, doveva avere soli dieci anni, venne portato in una fortezza sul lago di Costanza in Germania dove, su ordine dell'Imperatore, gli tagliarono la lingua e lo accecarono per evitare che mai potrebbe pretendere diritto al trono. Morì per le terribile ferite poco dopo.
Sibilla venne liberata solo dopo la morte di Enrico e Costanza e ritornò nella vita agiata di nobildonna di alto rango che le permise di dare in matrimonio adeguato le figlie.

Di quella che dovette essere una maestosa reggia oggi rimangono soltanto una torre e qualche vano sotterraneo.









Chiesa di San Salvatore
 

Presenta una facciata in pietra bianca ed un portale di fattura normanna. All’intero tre altari, uno più grande, gli altri due più piccoli.
La chiesa non è aperta al culto, ma visitabile nel periodo pasquale. All’alba della Pasqua tutta la cittadinanza aspetta l’uscita di San Michele, e allora “ Lu Santu di li picciotti “ viene portato a spalla, facendolo "ballare", dai ragazzi che lo conducono per le vie di tutto il paese ad annunciare la Resurrezione di Gesù.

Origine della tanto attesa "nottata", la veglia e la "nisciuta di San Michele" la mattina presto sembra avere origini nei pagani festeggiamenti  in onore del dio Hermes, essendo anche questo il dio preferito della gioventù greca e il modo di festeggiarlo somigliava tanto a quello di oggi.



Chiesa Madre

La Madrice, chiesa Madre di Caltabellotta è situata fra le suggestive rupi calcaree su un lato del “ Piano  della Madrice“: 
Voluta dal re Ruggero nel XII sec, presenta, se pur con dei rifacimenti dei secoli successivi, un bellissimo portale ogivale, e nell’interno a tre navate su archi acuti, che creano nella penombra effetti suggestivi, si possono ammirare belle opere del Gagini: una Madonna della Catena ornata di un gran numero di stucchi e affreschi di antonino ferrara di Giuliana, un San Benedetto e una Madonna con Bambino di Antonello Gagini e la Madonna di Giacomo Gagini. 
Dietro la chiesa si trova il massiccio campanile a pianta quadrata chiamato dagli abitanti “ Mortorio “. 

Poco più in alto fra le guglie rocciose, si trova una puietra scolpita a forma di altare con canalette laterali che la tradizione vuole sia il luogo dove si consumavano sacrifici al dio Kronos



Chiesa di Sant’Agostino


Fondata nel 1300, è ad una navata. Sull’altare maggiore si venerano il Crocefisso e la Madonna dei Miracoli.

Si racconta che la Madonna sia stata ricavata dal tronco di un albero di fico da un falegname che aveva una figlia con un ritardo della parola.  Quando l’artigiano ebbe terminato di creare la sua Madonna, la ragazza miracolosamente cominciò a parlare e per questo fu portata a Sant’Agostino. Quando si seppe dell’accaduto, i fedeli bisognosi di grazie, cominciarono a donare alla Madonna le cose più preziose per ottenere una grazia. Ma una mattina grande fu la sorpresa nel non trovare più la statua della Madonna al suo posto. Il parroco diede l’allarme e tutti cominciarono a cercare la Madonnina miracoloso. Finalmente la trovarono nella sacrestia della chiesa Madre di Caltabellotta davanti ad un baule impolverato. Il parroco aprì il baule e trovò un manufatto in legno con al centro un particolare crocefisso di colore nero. Allora la Madonna si era spostata per andare da suo figlio? Da allora Madre e Figlio non furono più divisi, ma disposti insieme sull’altare della chiesa di Sant’Agostino. 

La Madonna dei Miracoli e il Santissimo Crocefisso vengono festeggiati e portato in processione l’ultima domenica di luglio.


Chiesa dell’Itria


Fondata intorno al XVIII sec, in origine chiesa delle anime Purganti, presenta una facciata cuspidata e ornata da un pesante portale in pietra locale: All’interno è ad una navata con sei cappelle. 

Nell’abside circolare trovano posto l’organo e la scultura dorata della Madonna dell’Itria col Bambino che sorregge il mondo, ed i padri che la portano sulle spalle. Una stretta scala conduce all’organo e al campanile. 

Sull’altare maggiore è la statua dell’Immacolata che viene festeggiata l'8Dicembre, giorno in cui dopo la processione, viene bruciato nello spiazzo antistante la chiesa, una grande sagoma che rappresenta il demonio, che i Caltabellottesi chiamano “ Lu diavulazzu





Chiesa dei Cappuccini


Fondata nel 1614/15 , la piccola chiesa apparteneva ad un convento oggi divenuto casa di riposo per anziani. La facciata è cuspidata con al centro un portale architravato lavorato. Sopra il portale possiamo notare una finestra riquadrata con pietra locale dorata. All’interno troviamo alcuni quadri: Madonna col Bambino, San Francesco, Santa Chiara e San Pellegrino. Quindi una Cappella con la Madonna Addolorata e il suo Tabernacolo: In una teca sono conservati i resti di Sant’Onorato. Sull’altare troviamo il croci


fisso chiamato “ Dio vivo “.


Si racconta che  una donna del paese, avesse sognato per tre notti l’immagine del “ Dio Vivo “ che le implorava aiuto, dicendole  che, se lo avesse aiutato, Lui avrebbe fatto la grazia della pioggia, cosa rara in Sicilia in piena estate . Dopo questo racconto, fu rinvenuta  la statua nella cripta del convento, e da allora, la domenica più prossima al 14 settembre, il Dio vivo viene portato in processione per le vie del paese, e non è raro che al ritorno in chiesa, il cielo si incupisca e arrivi un bel temporale.

 

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