Caltabellotta



         CALTABELLOTTA E LA SUA POSIZIONE UNICA

Abbarbicata su di una collina che domina il mare, a quasi mille metri di altitudine, è ricca di storia, di fascino, di miti. L'aereo paesino evoca per intero le caratteristiche inconfondibili di quello che dovette essere  un borgo nobile e potente. Nel corso dei secoli, sulle sue terre, si sono avvicendati Re e Regine,

D’estate il clima fresco e asciutto invita a passeggiate lungo sentieri ricchi d’ogni vegetazione. D’inverno spesso la troviamo immersa in una coltre di nebbia, “ la Paesana “ che ne nasconde i  misteri.  E ancora, se spruzzata di neve, offre al visitatore l’immagine di un bianco fazzoletto di case – presepe. Ma è la primavera la stagione di vero splendore con le orchidee, le distese di fiori e le verdure selvatiche che tutt'oggi arricchiscono i piatti tradizionali gustosissimi.

Lo storico paesino un tempo era avvolto da una selva di lecci e di querce assieme a macchie di alberi di carrubo che Johann Wolfgang von Goethe annotò nel suo “ Viaggio in Italia “, considerando quella pianta uno dei simboli della campagna di quaggiù. Oggi la vegetazione e  maggiormente ricca di ulivi, mandorli, agrumi e vigneti.

Caltabellotta ha una storia millenaria, tracce sono tutt’ora visibili nelle tombe puniche scavate nella parete rocciosa, e la necropoli preistorica nei pressi della chiesetta di Santa Maria della Pietà.

Facilmente raggiungibile da Sciacca, dalla quale dista appena 18 km., nel suo punto più alto, detto “ Pizzu “ tocca m. 949 s.l.m. Da questa terrazza la vista si espande mostrandoci a 360° uno spettacolo di vallate, montagne e paesini circostanti,  addirittura 24 paesi, tra i quali : Villafranca, Burgio, Calamonici, Lucca etc…

La troviamo circondata dal Monte Gogàla, il Monte Castello, il piccolo Monte Pietà, il Monte delle Nicchie e il maestoso Monte S.Pellegrino che costituiscono il "Kratas" 





       CALTABELLOTTA E LA SUA STORIA MILLENARIA
Per la sua posizione geografica ed i suoi capisaldi territoriali, venne identificata da storici della levatura dell’Inveges, del Boudrand, di  Ottavio Gaetani, come l’antica città Sicana di Camico, sulle cui rovine sorse la greca Triocala. Triocala deve il suo nome a tre doni di madre natura: la Rocca che la rendeva inespugnabile, l’abbondanza e la dolcezza delle acque, e la fruttuosità delle sue campagne.  Fu una potente città che raggiunse la sua massima potenza all’epoca di Salvio Trifone, che a capo di servi fuggitivi, trasferì in questa città la sua corte. Eresse un magnifico palazzo, e regnò fino  a quando, nel 99 a.C.,  il Console romano Aquilio, in una delle guerre servili,  rase la città al suolo: “ Et mox servili vastata Triocala bello “. Fu quindi riedificata, ma nuovamente devastata per mano araba.          

Gli arabi qui eressero il  “ Castello  delle querce “ Qual – at – al – Ballut,  da qui il nome Caltabellotta. 

Caltabellotta fu quindi conquista di Ruggero il Normanno nel 1090 che a ricordo della vittoria sugli arabi, volle edificare sul monte un tempio in onore di San Giorgio con doppio ordine di colonnati, di cui oggi non v’è traccia.

Caltabellotta fu città demaniale. Appartenne al conte Luna e, per atto dotale, alla famiglia Moncada. Nel 1713, divenne Signoria di Giuseppe Alvarez Toledo e fino al xix sec., dei suoi discendenti.

San Pellegrino e il drago
Sin dagli albori del cristianesimo Triocala fu sede vescovile con il proto vescovo San Pellegrino il quale, sbarcato a Capo Bianco, nella piccola Cartagine, proveniente da Lucca di Grecia, giunto in questa città, sconfisse il drago che viveva in un antro e che pare si cibasse giornalmente di un giovane pasto umano. San Pellegrino fece precipitare il drago in un burrone e visse in quella stessa  grotta fino alla morte: Con la conquista araba la sede vescovile fu trasferita a Sciacca e con i normanni ad Agrigento.

 
La Pace di Caltabellotta 
Caltabellotta fu sede del trattato di pace, detto appunto “ Pace di Caltabellotta “, che segnò la fine delle guerre dette dei “ Vespri Siciliani “.  Il 31 agosto del 1302 tra Federico II  d’Aragona e Carlo di Valois venne stipulato il trattato per mezzo del quale l’isola veniva ceduta  dagli Angioini agli Aragonesi ... continua leggere


I LUOGHI

Chiesa dei Cappuccini... continua leggere vedi le foto

Eremo di San Pellegrino... continua leggere vedi le foto



Monte Castello e la Regina Sibilla... continua leggere vedi le foto

Chiesa di San Salvatore... continua leggere vedi le foto


Chiesa di Sant’Agostino... continua leggere vedi le foto



LEGGENDE E MITO

Dedalo, Cokalos, Kamikos ... continua leggere

Il Parsifal e la storia del Graal ... continua leggere 
Li signi di santa Marta : A Caltabellotta fino a qualche tempo fa, sopravviveva un'usanza particolare, quella di chiedere i “segni” a Santa Marta, quando l'incertezza di qualcosa che stava profondamente a cuore, si faceva pressante e insostenibile o semplicemente quando si desiderava avere notizie di qualche parente lontano. Così, la mattina del martedì, si potevano notare alcune donne uscire riunite in piccoli gruppi, che si incamminavano in direzione della rupe Gogala (o Cocala) recitando il Rosario. Durante il cammino, ogni fenomeno, anche banale, veniva osservato e valutato: le frasi dette dai passanti, il volo degli uccelli, le condizioni meteorologiche, il colore degli abiti delle persone incontrate e addirittura l'espressione del loro viso. Tutto poteva essere d'aiuto a cogliere i segni di Marta. Una volta giunto al monte, il gruppetto recitava delle preghiere davanti alla chiesa e poi si scioglieva allo scopo di recarsi a turno sulle alture circostanti dove gridavano i nomi dei loro cari, per qualche ragione distanti. Le grida dovevano avere la capacità di attraversare quelle altrimenti insormontabili distanze e giungere al cuore dei parenti lontani. La risposta desiderata si poteva ottenere dalla lettura dei segni di Santa Marta. Talvolta alcuni uomini, spesso dei contadini che si trovavano in prossimità, sentivano tali voci di richiamo, e sovente si facevano carico della risposta, un po' per scherzo, un po' per fede, ritenendo di farsi interpreti della volontà della Santa.https://www.youtube.com/watch?v=blizDeRoVq8   

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